5 cose da vedere a Castellammare di Stabia

Nel territorio compreso tra la fine della zona vesuviana e l’inizio della penisola sorrentina, a circa 30 chilometri dal nostro boutique hotel, si trova Castellammare di Stabia, l’erede dell’antica Stabiae distrutta dalla terribile eruzione del Vesuvio del 79 d.C. La città, incastonata al centro del golfo di Napoli, è ricca di attrazioni rilevanti sia dal punto di vista storico che artistico.

Cosa vedere a Castellammare di Stabia? Ecco 5 cose da non perdere!

Gli Scavi di Stabiae

Foto © Mentnafunangann – Wikipedia

Gli appassionati di archeologia non possono perdersi per nessuna ragione al mondo gli scavi di Stabiae, l’odierna Castellammare, che venne distrutta insieme a Pompei ed Ercolano dall’eruzione vesuviana del 79 d.C. Rispetto a quelli di Pompei ed Ercolano, gli scavi di Stabiae sono di dimensioni più ridotte ma non per questo meno interessanti. L’antica città fu una delle mete preferite dai patrizi romani, tanto che il suo territorio fu punteggiato di numerose ville residenziali, alcune delle quali sono state riportate alla luce mentre altre sono ancora parzialmente o completamente interrate. Due ville sono visitabili, Villa San Marco e Villa Arianna, in cui si possono apprezzare le capacità progettuali degli architetti romani che le costruirono.

La Concattedrale di Maria Santissima Assunta e San Catello

Foto © Mentnafunangann – Wikipedia

Castellammare di Stabia è ricca di testimonianze religiose, tra le quali spicca la Concattedrale di Maria Santissima Assunta e San Catello, in cui è conservata la statua di San Catello (il patrono della città), che viene portata in processione dai fedeli stabiesi il 19 gennaio (festa liturgica) e la seconda domenica di maggio (celebrazione del patrocinio). I lavori di costruzione iniziarono nel 1587 ma procedettero molto lentamente. Infatti, la chiesa fu consacrata solo nel 1893, anche se già utilizzata dal 1643. Al suo interno si possono ammirare pregevoli dipinti di Jusepe de Ribera, Domenico Morelli, Francesco De Nicola, Angelo Mozzillo, Giacinto Diano e Giuseppe Bonito, solo per citarne alcuni.

La Chiesa di Gesù e Maria

Foto © ècampania

A pochi passi dalla Concattedrale di Maria Santissima Assunta e San Catello si trova la monumentale Chiesa di Gesù e Maria. L’edificio fu eretto nella prima metà del XVII secolo grazie al contributo di un ricco e nobile signore stabiese, un certo Pier Giovanni Nocera, anche se nel corso del tempo è stato oggetto di vari interventi di restauro. La chiesa custodisce un gran numero di splendide opere d’arte. Tra queste si segnalano un quadro di Luca Giordano raffigurante la Beata Vergine del Rifugio e un dipinto di Paolo De Matteis rappresentante Sant’Ignazio e San Francesco Saverio che ricevono dal papa il breve della missione.

Il Santuario della Madonna della Libera

Foto © Santuari Italiani

Un altro edificio religioso da non perdere è il Santuario della Madonna della Libera, situato nell’omonima frazione sul monte San Cataldo. Risale alla seconda metà del XV secolo ma deve il suo aspetto attuale ai lavori di ampliamento eseguiti negli sessanta del secolo scorso. L’esterno presenta un bel portale con timpano triangolare mentre sull’altare maggiore è collocato il dipinto che dà il nome al complesso: si tratta di un affresco bizantino del X secolo rappresentante la Madonna della Tenerezza, meglio conosciuta come Madonna della Libera, con in braccio il bambino Gesù e ai suoi lati i Santi Cataldo e Giovanni Evangelista.

La Reggia di Quisisana

Foto © Mentnafunangann – Wikipedia

La Reggia di Quisisana è una splendida dimora storica immersa nei boschi, con una veduta meravigliosa del golfo di Napoli. Fu costruita nel XIII secolo dai sovrani angioini ma fu nella seconda metà del XVIII secolo, con gli interventi condotti da Carlo III di Borbone, che assunse l’attuale aspetto. Alla fine degli anni sessanta venne abbandonata e solo nel 2009, dopo un accurato restauro, è tornata all’antico splendore. Dal 2020 ospita un museo archeologico intitolato a Libero D’Orsi, l’archeologo che dedicò gran parte della sua attività professionale agli scavi dell’antica Stabiae. Vi sono raccolti numerosi e prestigiosi reperti del territorio stabiano.