A Sorrento in mostra i colori di Andy Warhol

“Il Vesuvio per me è molto più grande di un mito: è una cosa terribilmente reale” disse Andy Warhol descrivendo la serie di opere “Vesuvius” dedicata al vulcano (esposta per la prima volta al Museo di Capodimonte nel 1985). Oggi uno di quei pezzi è ad arricchire l’esposizione “Andy Warhol – Life, Pop & Rock” in programma fino al 15 ottobre presso Villa Fiorentino a Sorrento (situata a poco più di 20 chilometri dal nostro boutique hotel). Si tratta di una serigrafia a colori 80×100 di proprietà del collezionista napoletano Pasquale Minichino (in mostra al secondo piano della villa).
L’esposizione, promossa dalla Fondazione Sorrento e dal suo amministratore delegato Alfonso Iaccarino, presenta, in un percorso di 8 sale, oltre 150 opere (tra cui alcune raramente o mai esposte al pubblico) e innumerevoli oggetti del maestro della Pop Art. Ne ripercorre la storia artistica e personale mostrando il suo universo fatto d’arte ma anche di musica, grafica, frequentazioni mondane, editoria, moda, fotografia e cinema.
Il percorso espositivo si articola per sezioni tematiche. Una è sulle copertine dei vinili, tra cui quella famosa realizzata per l’album dei Velvet Underground che raffigura una banana. Poi ci sono le icone, le mitiche opere serigrafiche con i ritratti di Marilyn Monroe, di Mao, le celebri zuppe Campbell, i fiori, Liz Taylor, ecc. Un’altra sezione è dedicata alle porcellane realizzate, con oro zecchino, da Warhol per la Rosenthal. Ci sono le polaorid con cui il maestro immortalò John Lennon, Mick Jagger, Paloma Picasso, Jack Nicholson, Tony Curtis, Marisa Berenson, Rudolph Nurejev e altri protagonisti del jet set internazionale. Un focus è riservato alla rivista Interview, da lui ideata e diretta, con alcune copie da lui firmate e accostate a libri e cataloghi con dediche e disegni. Spazio anche ai manifesti commerciali (tra cui quelli per la Perrier e per Chanel) e ai film (tra cui il docufilm più celebre e trasgressivo prodotto da Andy Warhol, “Trash – I rifiuti di New York”). Oltre che ai collegamenti con Keith Haring, Jean Michel Basquiat, Jeff Koons e Mark Kostabj. Infine, un passaggio della mostra è dedicato al ricordo del gallerista Lucio Amelio, vero e proprio scopritore di Warhol per l’Italia.
Foto © Fondazione Sorrento