L’Abbazia di Santa Maria de Olearia a Maiori

Situata a circa 20 chilometri dal nostro boutique hotel, l’Abbazia di Santa Maria de Olearia a Maiori è uno dei più importanti insediamenti monastici della Costiera Amalfitana nonché una preziosa testimonianza di arte e architettura del primo Medioevo. Sorge in una delle gole formate dal monte Falerzio, lungo la Strada Statale Amalfitana, ed è famosa per i cicli pittorici medievali che ancora oggi sono visibili al suo interno. L’ingresso è gratuito ma il sito è aperto solo in alcuni giorni della settimana, quindi è necessario informarsi presso il Comune di Maiori.

Secondo l’abate e storico Ferdinando Ughelli, la sua storia ha inizio nel X secolo, quando l’arcivescovo di Amalfi, Leone, concesse a Pietro, un eremita che viveva in compagnia del nipote Giovanni, il permesso di edificare un cenobio nel luogo in cui avveniva la lavorazione dell’olio (da qui l’epiclesi “Olearia”). Arrivati poi altri monaci, si rese necessaria la costruzione di un vero e proprio fabbricato. La struttura venne così ampliata, passando da protocenobio benedettino ad abbazia. Nel 1580 fu incorporata nel Capitolo della Cattedrale di Amalfi da papa Gregorio XIII e successivamente venne abbandonata. Solo nel corso del XIX secolo venne restaurata.

Perfettamente integrato nel paesaggio circostante, il complesso è attualmente composto da tre piccole cappelle sovrapposte, in cui è possibile ammirare altrettanti cicli pittorici, tutti medievali, ma eseguiti in tempi diversi.

Al livello più basso (a circa dieci metri dalla strada) c’è il nucleo più antico, la cosiddetta cripta (detta anche Cappella delle Catacombe), che conserva i resti di un ciclo di affreschi che originariamente dovevano ricoprire tutte le pareti, risalenti presumibilmente all’insediamento primigenio. La sezione di affreschi meglio conservati si trova a sud delle absidi, in cui si riconosce una teoria di Santi composta da quattro figure: la prima, acefala e senza aureola, dovrebbe essere Giovanni, il nipote di Pietro il primo eremita; la seconda è da identificarsi con San Paolo; al centro la Vergine orante; e infine San Giorgio.

Una scala esterna alla cripta conduce ad una spianata, antistante alla vera e propria chiesetta, la Cappella della Vergine, costruita ad una quota di 4 metri più in alto del primo nucleo e datata da un’iscrizione, presente all’ingresso, (AD MCX) riferibile all’anno della sua edificazione e con ogni probabilità dei dipinti. Presenta un ciclo pittorico che svolge i temi dell’Incarnazione (Annunciazione, Visitazione, Natività, Annuncio ai pastori e Adorazione dei Magi) e della Passione (Crocifissione con i dolenti) arricchiti dalla rappresentazione di Davide e Salomone e i Profeti (Vecchio Testamento).

Sull’esterno, attraverso una scala si accede alla parte più alta del complesso, la Cappella di San Nicola, costruita (sicuramente dopo il 1100) sul tetto della cappella dedicata alla Vergine e quasi incassata nella roccia soprastante. Quest’ultima cappellina, come suggerisce il nome, è affrescata con scene riferibili a San Nicola da Bari. Nell’abside è riprodotta la Madonna affiancata da San Nicola e San Paolino e sulla parete San Giovanni Battista e San Giovanni Evangelista. Sui lati lunghi, invece, si possono ancora parzialmente leggere le storie della vita di San Nicola. Interessantissime, le firme dei devoti pellegrini che nel corso dei secoli hanno visitato il plesso.

Foto © Gazzetta di Salerno