Il Museo del Corallo a Ravello
La Costiera Amalfitana vanta un buon numero di musei, tra i quali merita senza dubbio una visita il Museo del Corallo a Ravello (situato a poco più di 15 chilometri dal nostro boutique hotel). Straordinario e unico nel suo genere, ha sede presso la ditta Camo, dove questo prezioso tesoro del mare viene lavorato artigianalmente dagli anni Cinquanta del secolo scorso.
Normalmente si tende a pensare al corallo come ad una pietra, per la sua consistenza e durezza, ma in realtà non lo è. Detto anche albero del mare, è una formazione calcarea con quasi il 90% di carbonato di calcio, materiale costituito dallo scheletro di piccolissimi animali marini, chiamati polipi (da non confondere con i polpi, i cefalopodi con otto tentacoli). Esistono migliaia di specie di coralli, una diversa dall’altra e con colori spettacolari dovuti ai pigmenti contenuti nelle loro cellule o ad alghe che vivono su di loro. Quello utilizzato nella gioielleria occidentale si pesca principalmente lungo la sponda africana (dal Marocco alla Tunisia), lungo le coste della Sardegna occidentale e in Spagna. Uno dei più ricercati è il Corallium Rubrum, dal colore rosso e senza macchie. Secondo Ovidio (Metamorfosi, IV, 740-752) il corallo rosso nacque dal sangue di Medusa, una delle Gorgoni, quando Perseo le tagliò la testa. Le Gorgoni avevano la capacità di pietrificare con lo sguardo, e il sangue di Medusa, al contatto con la schiuma creata dalle onde, pietrificò alcune alghe che col sangue divennero rosse.
Il museo è stato fondato nel 1986 dall’esperto corallista di origine siculo-campana Giorgio Filocamo (morto nel 2021) con lo scopo di custodire l’eccezionale bagaglio di oggetti antichi e di pregio tramandatogli dalla sua famiglia. Riguardo la nascita del museo ecco un passo tratto da “Memorie di corallari, Giorgio Filocamo: La mia vita per il corallo” di Marcello Napoli, Largo Campo, mensile del Centro storico Salerno luglio/agosto 1998: “trentadue anni fa, arrivai a Ravello con le reliquie del nonno e tutto ciò che avevo: un bagaglio enorme di esperienza. Misi su una bottega sotto il Duomo. In una zona retrostante il negozio, separato da una grata, come un antico carcere, misi in libertà la mia fantasia di artigiano e la mia voglia di vedere rappresentato il mondo del corallo in quello che è divenuto poi, negli anni, un vero e proprio museo. Ndr: Lui non lo avrebbe mai detto, ma da qui sono passati tanti bei nomi della cultura e dello spettacolo, nazionale ed internazionale“.
Il museo raccoglie una straordinaria rassegna di raffinati manufatti in corallo realizzati lungo un arco temporale che va dall’epoca romana fino al XX secolo, oltre ad una ricca collezione di cammei, madreperle e conchiglie incise da artigiani locali. Tra i pezzi di maggior interesse si segnalano: un Cristo su una croce di cristallo del XVII secolo, una Madonna Assunta del XVI secolo, una tabacchiera incrostata di cammei in stile Luigi XV (l’altro esemplare conosciuto, ma non integro, è al Louvre di Parigi), un’anfora romana del III secolo d.C. con una formazione interna di corallo e 14 teste di cherubino risalenti al XVIII e XIX secolo lavorate in punta di bulino. I preziosi manufatti del museo sono stati anche esposti a Montreal, a Toronto, ad Assisi, presso la Reggia di Caserta, al complesso di San Fruttuoso di Camogli, al Museo Oceanografico di Montecarlo e a Torre del Greco.
Foto gallery © Museo del Corallo Camo