La pastiera: il dolce di Pasqua in Campania

Durante il periodo pasquale in Campania, come nel resto d’Italia, si tengono manifestazioni religiose, rappresentazioni ed eventi. Ma le tradizioni più autentiche si ritrovano in cucina e soprattutto nei dolci tipici. Oltre alle classiche uova di cioccolato e alle colombe, sono infatti innumerevoli le proposte di dolci. Una delle tradizioni pasquali più golose della Campania, e ovviamente pure della Costiera Amalfitana, è senza dubbio la pastiera. Famosissima e apprezzata in tutto il mondo, è il dolce che non può mai mancare sulla tavola di Pasqua. Non solo perché è buonissima ma anche perché in essa è racchiusa una lunga storia, carica di significato.

Per chi non la conoscesse (c’è ancora qualcuno che davvero non sa cosa sia?), la pastiera è costituita da una base di pasta frolla tradizionale, farcita con un composto a base di ricotta, zucchero, strutto, grano duro cotto, uova, acqua di millefiori e vaniglia, la cui parte superiore è decorata dalla restante parte di pasta frolla tagliata a listarelle, che vengono intrecciate a croce di sant’Andrea. Così si presenta la ricetta tradizionale, da manuale. Tuttavia, nel tempo ha conosciuto diverse varianti che, dall’impasto al ripieno, passando alla forma e al modo di presentazione, ne hanno stravolto l’idea originaria. In costiera, oltre a quella classica, è diffusa la pastiera amalfitana. Quest’ultima è arricchita, semmai ce ne fosse bisogno, dalla crema pasticcera che rende ancora più cremoso e goloso il ripieno.

Le origini della pastiera si perdono nella notte dei tempi. Leggenda vuole che a creare questa prelibatezza sia stata la sirena Partenope. Costei dimorava nel Golfo di Napoli e ogni primavera emergeva dalle acque per salutare le genti felici che popolavano il golfo, allietandole con canti d’amore e di gioia. Una volta la sua voce fu così melodiosa e soave che tutta la popolazione accorse verso il mare portando dei doni per ringraziarla. Partenope gradì a tal punto questi doni – farina, ricotta, uova, grano, acqua di fiori d’arancio, spezie e zucchero, cioè gli ingredienti della pastiera – da decidere di portarli agli dèi. A loro volta colpite, le divinità misero insieme i vari ingredienti dando vita alla prima pastiera.

Leggenda a parte, quel che è certo è che la pastiera come la conosciamo oggi nacque nel XVI secolo nell’antichissimo Monastero di San Gregorio Armeno, dove una suora per celebrare la Risurrezione volle preparare un dolce in grado di mescolare ingredienti tipici del simbolismo cristiano (uova, ricotta e grano) con le spezie asiatiche e il profumo dei fiori d’arancio del giardino conventuale. La bontà del dolce fu tale che da allora le suore iniziarono a confezionarne in gran numero per i nobili ed i ricchi borghesi.

Piccola curiosità. Si racconta che Maria Teresa d’Asburgo, seconda moglie di Ferdinando II di Borbone, non sorridesse mai. Finché, su insistenza del marito, famoso per essere molto goloso, non assaggiò per la prima volta una fetta di pastiera e la sua tristezza si sciolse con un grande sorriso. Da quel momento le bastò ripetere quel gesto affinché una nota di gioia si stampasse sulle sue labbra.

Unica nel suo sapore, la pastiera è una delizia a cui difficilmente riuscirete a resistere durante il vostro viaggio pasquale in Costiera Amalfitana.