La ceramica vietrese riconosciuta Patrimonio Culturale Immateriale Campano

Con decreto dirigenziale n. 382 del 13 agosto 2025, la Direzione Generale per le Politiche Culturali e il Turismo della Regione Campania, su istanza del Comune di Vietri sul Mare, ha ufficialmente notificato l’iscrizione nell’Inventario del Patrimonio Culturale Immateriale Campano (IPIC) dei saperi tradizionali dell’artigianato della ceramica vietrese. L’inventario ha lo scopo di catalogare, salvaguardare e valorizzare le tradizioni e le pratiche che definiscono l’identità culturale della Campania, sostenendone la trasmissione tra generazioni.

Con questo prestigioso riconoscimento viene sancito l’indubbio valore storico, culturale e sociale di una tradizione che da secoli rappresenta l’anima del territorio e dei suoi abitanti. Alla ceramica vietrese viene legittimata la riconoscibilità in tutto il mondo e la forte identità radicata nella comunità, diffusa anche attraverso varie iniziative sviluppate negli anni, come il Museo Provinciale della Ceramica di Villa Guariglia, l’adesione alla AICC – Associazione Italiana Città della Ceramica, la nascita della Scuola di Ceramica di Vietri sul Mare, la creazione del Portale della Ceramica Vietrese e l’istituzione del Premio Internazionale “Viaggio Attraverso la Ceramica”.

Un po’ di storia della ceramica vietrese

La ceramica vietrese vanta una storia antichissima. Le sue origini si intrecciano con quelle dell’antica Marcina, città fondata dagli etruschi, florida di commerci e traffici, da cui nacque Veteris ad mare. Gli etruschi, che avevano appreso l’arte di lavorare la creta dai coloni greci, intrapresero il commercio di vasellame, suppellettili varie e oggetti di culto in terracotta, fabbricati sapientemente con le prime rudimentali fornaci.

Fu però durante il periodo medievale che la produzione ceramica a Vietri sul Mare conobbe una crescita significativa. Scambi commerciali di oggetti vietresi sono documentati già nell’899, quando si esportavano vasi e stoviglie alla volta di Taranto. Un ruolo importante nello sviluppo della produzione fu svolto dall’Abbazia della Santissima Trinità di Cava dei Tirreni, che aveva ricevuto in donazione il porto di Vietri dal duca Ruggiero e che, fondata nel 1020, influenzò la produzione sia in termini quantitativi che per quanto riguarda gli stili della decorazione. Il territorio di Vietri era considerato, rispetto alla città di Cava dei Tirreni, la zona industriale dove costruire gli impianti per la produzione di quegli oggetti che potevano servire all’abbazia.

Tra il XVI e il XVII secolo la struttura produttiva vietrese prese il sopravvento trasformandosi in chiave protoindustriale: si moltiplicarono a Vietri le fabbriche di ceramica, le cosiddette “faenzere”, dal nome della città di Faenza, dove, nel XV secolo, si era sviluppata la produzione di una maiolica rivestita da uno smalto stannifero, destinata a diventare un prodotto ceramico di altissimo pregio. Nel XVIII secolo la produzione si espanse in modo eccezionale con ceramisti che non erano proprietari di faenzere ma semplici lavoranti di strutture appartenenti ad enti religiosi.

La ceramica vietrese continuò ad acquisire pregio e le tecniche di produzione andarono affinandosi sempre di più, fino a conoscere una svolta decisiva negli anni ’20 del secolo scorso, quando numerosi artisti stranieri, soprattutto tedeschi, giunsero a Vietri, attratti dalla bellezza del paesaggio e dalla cultura locale. Con questi artisti avvenne il passaggio dalla ceramica vissuta come prodotto artigianale all’idea di dar vita ad un’industria che conservasse le caratteristiche dell’artigianato ma disponesse di una produzione più continuativa e in costante aggiornamento. Inoltre, la loro presenza e l’incontro con le maestranze locali comportarono la nascita e la diffusione di uno stile decorativo ibrido ed originale, che riprendeva i soggetti locali interpretandoli alla luce di una cultura spiccatamente internazionale.

Oggi, la ceramica vietrese continua ad essere un’arte viva e prospera. I maestri ceramisti di Vietri sul Mare preservano le antiche tecniche artigianali, lavorando con passione e dedizione per creare opere d’arte uniche. Ogni oggetto e suppellettile è riproposto in ceramica: dai vasi alle tazzine, dai piatti alle piastrelle. Della ceramica parlano le stesse vie del paese, dove nei muri delle case sono incastonate mattonelle che vengono a costituire un vero e proprio museo en plein air.