Il Museo della Carta di Amalfi
Oltre ad essere uno dei tratti di costa più belli d’Italia, la Costiera Amalfitana vanta anche un bell’insieme di musei. Tra questi uno dei più affascinanti è il Museo della Carta di Amalfi. Situato a poco più di 10 chilometri dal nostro boutique hotel, è ospitato in una cartiera del XIII secolo (la più antica d’Europa) rimasta in attività fino agli anni Sessanta del Novecento.
Visitare questo piccolo gioiello di archeologia industriale significa fare un vero e proprio viaggio indietro nel tempo. Offre infatti la possibilità di sperimentare direttamente le antiche tecniche di produzione della pregiata carta lavorata a mano, di cui Amalfi è stata nel Medioevo uno dei maggiori centri di produzione. Pure se in maniera ridotta rispetto al passato, viene ancora oggi prodotta secondo tradizione. Ed è usata frequentemente per partecipazioni di nozze, per usi artistici, per testi e pubblicazioni di lusso. Lo Stato del Vaticano la utilizza per la sua corrispondenza.
Com’è noto, la storia di Amalfi è marchiata dalle acque. Non solo da quelle del Mediterraneo, su cui si costruirono le fortune della Repubblica Marinara, ma anche da quelle del torrente Canneto, che favorirono lo sviluppo dell’arte della lavorazione della carta. Lo storico Matteo Camera in “Istoria della Città e Costiera di Amalfi” (1836) scriveva: “Egli è indubitato che la manifattura della carta da scrivere, sia di papiro e della così detta bambagina, risale al XIII secolo fra noi; ed essa fu lungamente una delle principali industrie di Amalfi“. L’arte della carta divenne così fiorente in questa città da essere rinomata in tutto il mondo. Lungo la valle alle spalle del museo (nota come Valle dei Mulini) un tempo erano attive ben 16 cartiere, in una delle quali è attualmente allestito il percorso museale.
L’idea di costituire un museo, avente come scopo quello di diffondere, divulgare e documentare ciò che riguarda l’arte della lavorazione della carta a mano, si deve al comm. Nicola Milano, proprietario della cartiera e illustre discendente di un’antica stirpe di cartari. Ha lavorato in cartiera fin dall’età di 13 anni, dopo aver abbandonato le scuole tecniche per sopperire la mancanza del padre richiamato alle armi nella grande guerra del 1915 – 18.
All’interno del museo si possono ammirare i secolari macchinari, restaurati e resi funzionanti, che servivano alla produzione. Tra questi si segnalano gli antichi magli in legno, le presse settecentesche, la macchina continua in tondo e la rivoluzionaria macchina olandese. Quest’ultima, installata nella cartiera Milano il 18 novembre 1745, fu di notevole importanza per l’industria cartaria perché permise di velocizzare e perfezionare la produzione. Durante la visita viene illustrato il processo di lavorazione che aveva luogo nella cartiera ed è inoltre possibile partecipare a laboratori didattici (prenotabili solo fino a 48 ore prima dell’arrivo al museo) che offrono l’opportunità di sperimentare in prima persona i passaggi con cui dagli stracci di cotone si ottenevano fogli smaglianti e pronti per la scrittura.
Il museo dispone pure di una biblioteca a tema (dedicata al cartaro Nicola Milano) in cui, oltre ad una ricca raccolta di riviste, sono consultabili testi di varie epoche e fasi storiche. Sono presenti circa tremila tomi catalogati in più sezioni e sottosezioni: Pittura ed Architettura, Storia della chiesa, Storia del Mezzogiorno, Storia di Amalfi, Storia – Tecnica – Industria della Carta, ed infine una sezione di testi stranieri sulla Storia – Tecnica – Industria della Carta.
Dopo la visita, è possibile che vi sentiate ispirati ad acquistare un articolo di cancelleria venduto nel gift shop, dove viene presentata l’intera produzione locale di carta a mano assieme ad accessori per la scrittura e a tanti altri souvenir. E se avete ancora energia, con una passeggiata potete anche raggiungere il cuore della valle, oltrepassando i resti dei mulini che fiancheggiano il fiume in stato di romantico abbandono.
Foto © Museo della Carta di Amalfi