Miti e Leggende della Costiera Amalfitana

La Costiera Amalfitana non è solo mare, spiagge mozzafiato, paesaggi incantevoli e buon cibo, ma è anche protagonista di tante storie, miti e antiche leggende che, da secoli, si tramandano di generazione in generazione e che la maggior parte dei visitatori di questo tratto di costa non conosce.
Siete curiosi di saperne di più? Allora immergiamoci nel misterioso passato della Divina Costiera.
Le janare di Conca dei Marini

Arroccato su un’altura rocciosa tra Capo di Conca e la Grotta dello Smeraldo, Conca dei Marini è un suggestivo borgo dall’antica tradizione marinara. Secondo una vecchia leggenda era il luogo di ritrovo delle cosiddette janare, spiriti con le sembianze di donna che apparivano di notte in un campo di ulivi nei pressi della Chiesa di San Pancrazio Martire. L’etimologia del nome è incerta. Secondo l’ipotesi più accreditata deriva da “Daianara”, sacerdotessa di Diana. Ma chi erano queste creature misteriose? In realtà gli spiriti non erano altro che le mogli dei marinai. Si pensa che la solitudine portasse alcune di queste donne a riunirsi di notte in attesa dei propri mariti. Anche se molte persone, ancora oggi, testimoniano di aver visto nottetempo una janara.
Il mito della ninfa Amalfi

Amalfi è protagonista di molti racconti che ondeggiano tra la storia e il mito. Secondo uno di questi la fondazione della città è legata a un amore mitologico tra Ercole, l’eroe semidio figlio di Zeus e Alcmena, ed una giovane e bellissima ninfa di nome Amalfi, che prese il suo cuore. Il loro amore, però, fu breve a causa dell’improvvisa morte di lei. Afflitto dalla tragedia, l’inconsolabile Ercole volle seppellirla nel posto più bello del mondo. E su quella tomba edificò una città, a cui dette il nome della ninfa, e che adornò di alberi di limoni, che aveva rubato nel Giardino degli Esperidi.
Il miracolo del latte di Pogerola

Il miracolo del latte risale al Cinquecento e riguarda la statua lignea della Madonna delle Grazie donata dal nobile napoletano Don Giulio Cesare Bonito all’omonima chiesa di Pogerola, una frazione di Amalfi, dov’è tuttora custodita. Sul seno destro della statua era incastonata una pietruzza che, si racconta, fosse una goccia di latte della Madonna, caduta mentre allattava il Bambino Gesù. In un assolato 14 agosto di fine XVI secolo le campane della chiesa cominciarono a suonare a festa senza che nessuno le avesse azionate. Il parroco e il popolo, una volta entrati, notarono che dal seno della statua sgorgava latte. Subito venne chiamato l’Arcivescovo, che fece rinchiudere la pietrina in un’ampolla. Da quel giorno, ogni 14 agosto, si fa memoria del prodigioso avvenimento.
Il miracolo di Sant’Andrea, Amalfi

Tra le innumerevoli leggende della Costiera Amalfitana c’è anche quella conosciuta con il nome di “miracolo di Sant’Andrea“. Il racconto è ambientato in epoca medievale, quando le vestigia del Santo erano già state traslate da Patrasso, in Grecia, ad Amalfi. Si racconta che una notte il temibile pirata saraceno Ariadeno Barbarossa abbia dato l’ordine di attaccare la cittadina costiera con l’interno di saccheggiarla e distruggerla. Le sentinelle subito diedero l’allarme e alcuni cittadini, impauriti, tentarono la fuga. Ci fu qualcuno, però, che si recò sulla tomba di Sant’Andrea a implorare il suo aiuto. All’improvviso una violenta tempesta si abbatté sulle navi dei pirati allontanandole dalla costa e rafforzando la gratitudine della città nei confronti del Santo.
La leggenda dell’arcipelago de Li Galli

Nelle acque antistanti Positano si trova il piccolo arcipelago de Li Galli, formato da tre meravigliosi isolotti: Gallo Lugno, La Rotonda e La Castelluccia. Originariamente, secondo la mitologia greca, queste isole erano note come Le Sirenuse in quanto abitate dalle sirene, che con i loro canti ammaliavano i marinai in transito, facendoli naufragare contro gli scogli. Tante sono le leggende legate a queste affascinanti creature ma la più famosa è senza dubbio quella di Ulisse, l’eroe omerico che, grazie allo stratagemma di farsi legare all’albero della nave, riuscì a resistere al canto delle tre sirene, le quali, dopo aver cercato invano di attirarlo, si gettarono in mare lasciandosi annegare: i corpi finirono a Napoli (Partenope), a Punta Licosa (Leucosia) e a Terina (Ligea).
I Due Fratelli di Vietri sul Mare

Di fronte alla costa di Vietri sul Mare si ergono due scogli, detti i “Due Fratelli”, molto simili a piccoli faraglioni e sui quali aleggiano diverse leggende. Una di queste narra di due giovani fratelli pastori che, giunti con il loro gregge sulla spiaggia di Vietri, rimasero incantati da una misteriosa fanciulla che nuotava in mare. All’improvviso, però, si scatenò una tempesta e i due giovani, in pena per lei, si buttarono in acqua nel disperato tentativo di salvarla ma annegarono entrambi. La fanciulla invece si salvò perché era la figlia del dio del mare Poseidone, che, ammirato il coraggio dei due fratelli, decise di trasformarne i corpi nei due scogli che ancora oggi si possono ammirare, affinché vegliassero sempre sui bagnanti del luogo.