La Basilica di Sant’Eustachio a Scala
Nel cuore della Costiera Amalfitana, a picco sulla costa, si ergono i ruderi di un’antica chiesa medievale. Stiamo parlando della possente Basilica di Sant’Eustachio, dove influenze cristiane e islamiche s’intrecciano. Il sito è localizzato a Pontone, frazione del comune di Scala, e sebbene la basilica sia ridotta allo stato di rudere, conserva ancora la sua maestosità grazie alle tre absidi che si innalzano per molti metri sul pianoro. Posizionata su uno sperone roccioso (da cui sovrasta il Monte Aureo e l’abitato di Pontone), affaccia su un panorama mozzafiato che incanta gli occhi e l’anima. Sembra di essere sospesi tra mare e cielo.
La basilica, ritenuta una delle più belle del sud Italia, fu eretta nel corso del XII secolo su commissione della nobile famiglia D’Afflitto, di fronte alla loro casa-torre, e dedicata al martire romano Sant’Eustachio. Per antica tradizione, il cognome del casato richiamerebbe proprio l’afflizione subìta dal martire, ritenuto il capostipite della famiglia. Consacrata soltanto nel XIII secolo dal vescovo Gerbino, la chiesa ha legato la sua storia a quella dei D’Afflitto. Con la decadenza dei comuni costieri, la famiglia fu costretta a dividersi tra Napoli, Puglia e Sicilia e la chiesa stessa andò in declino, abbandonata. Solo alla fine del XX secolo, i resti delle strutture sono stati interessati da un importante restauro che ha permesso di fermare il processo distruttivo, iniziato già nel 1570.
La basilica, orientata come tutte le chiese medievali verso est, è a tre navate, separate in origine da grandi colonne marmoree con capitelli classici di spoglio, di cui restano in situ solo alcune. L’illuminazione era garantita tramite strette feritoie laterali. Nulla resta della copertura mentre la facciata, che ancora oggi possiamo ben vedere, è molto raffinata, si può notare, infatti, la terminazione triabsidata con motivi ad arco intrecciati. L’atrio è antistante alla basilica ed è fiancheggiato dall’imponente campanile, a cui originariamente si poteva accedere attraverso tre porte, una centrale e due laterali.
Nel libro “Istoria della città e costiera di Amalfi” pubblicato nel 1836, lo storico Matteo Camera riteneva che all’interno della chiesa vi erano quattro cappelle funerarie appartenenti agli stessi D’Afflitto: una accanto alla porta centrale; due nelle rispettive colonne laterali; e l’ultima potrebbe essere la cappella di Santa Caterina, di cui si conserva la lastra sepolcrale nella Chiesa di San Salvatore de’ Birecto (situata nel piccolo comune di Atrani). La basilica possedeva una cripta “triabsidata” coperta da tre crociere di sesto acuto, lievemente rialzata e illuminata da monofore acute, di cui si possono ammirare i resti.
Impossibile non consigliarvi una visita di questo luogo, dove si respira un silenzio antico, più eloquente di mille racconti.
Foto in primo piano © Travel Amalfi Coast- Travelmar