La Torre dello Ziro tra storia e leggenda
Ubicata a poco più di 10 chilometri dal nostro boutique hotel, la Torre dello Ziro è tutto ciò che rimane del castello di Scalella in Pontone, contrada della città di Scala. Si erge su uno sperone di roccia che si protende verso il mare, tra Atrani ed Amalfi, con uno stretto camminamento, cinto da mura merlate, che la collega al punto estremo della spianata. Ed è conosciuta non solo per il suo interesse architettonico ma anche perché nel corso dei secoli è stato teatro di tanti accadimenti.
Sulle sue origini si sa poco ma di sicuro era parte di una rete di strutture difensive disseminate lungo la costa per avvistare le flotte di Saraceni che giungevano dal mare. La sua posizione strategica regala, ancora oggi, a chi la osserva, un panorama di straordinaria bellezza. Le prime notizie della sua esistenza risalgono al XII secolo, quando era chiamata “Turris de Sancto Felice”. Soltanto a partire dal 1292 si attesta l’utilizzo del nome “Turris Cziri”. Si dice che debba questa denominazione alla particolare forma cilindrica che ricorderebbe i contenitori cilindrici ed interrati utilizzati anticamente per conservare olii e cerali, che in arabo erano detti “Ctiri”. Risulta che agli inizi del XVIII secolo era in stato di efficienza ma poco dopo fu abbandonata e privata di cure. Come si presenta oggi la torre ha tutti gli elementi delle opere difensive di epoca angioina.
La fama della costruzione è legata alla vicenda di Giovanna d’Aragona, detta “la Pazza”. Siamo tra la fine del XV e gli inizi del XVI secolo. Giovanna sposò giovanissima il duca di Amalfi Alfonso Piccolomini, che, dopo pochi anni, la lasciò vedova e alla guida del ducato, che in quel tempo versava in cattive condizioni finanziarie. Fu incaricato di aiutare la giovane donna nell’amministrazione dei suoi beni il maggiordomo di corte Antonio Beccadelli di Bologna, che in seguito sposò in segreto e da cui ebbe dei figli. Quando i due fratelli di lei, il cardinale Carlo e Federico, scoprirono che aveva sposato un uomo di rango inferiore, s’impegnarono a reprimere lo scandalo e, dopo alterne vicende e rocambolesche fughe, fecero uccidere il Bologna e imprigionarono Giovanna insieme ai figli nella Torre dello Ziro, dove furono lasciati morire di fame o, secondo cronache più accreditate, sgozzati.
Secondo una leggenda l’anima di Giovanna d’Aragona vaga ancora per la torre, in cerca della libertà che in vita gli è stata negata, e gli abitanti del luogo credono che, nella torre, si aggiri ancora il suo fantasma.
La storia di Giovanna d’Aragona fu raccontata e tramandata nelle sue novelle da Matteo Bandello, testimone oculare della vicenda perché era amico del Bologna. Poi ispirò varie tragedie, tra le quali vanno ricordate “El Mayordomo de la Duquesa de Amalfi” di Felipe Lope de Vega e il capolavoro del teatro elisabettiano “The tragedy of the Dutchess of Malfy” di John Webster.
Per gli appassionati di trekking, la Torre dello Ziro è raggiungibile tramite un panoramico sentiero che parte da Pontone. Il percorso risulta agevole ed immerso in un ambiente boschivo dalla ricca varietà.
Foto © Scala and Trekking